"Scarpette rosse"

Lettura pubblica e ragionata

Quale è l'obiettivo che vogliamo raggiungere?

Abbiamo già parlato e discettato sulla conoscenza e sull'intuito della nostra natura umana. La favola di questo mese parla della necessità profonda di conservare il proprio istinto e la propria visione della vita e dell'opportunità di individuare le trappole, le gabbie dorate e le esche avvelenate che quasi naturalmente si incontrano nella società e che ci portano lontano dal nostro centro facendoci abbracciare visioni non nostre, attraverso un lento, lungo ma inesorabile addomesticamento. La favola è brutale ma, come tutti gli intrecci brutali, serve a risvegliare l'attenzione su un messaggio serissimo e pericoloso.

La verità psicologica in "Scarpette Rosse" è che l'esistenza di una donna, ma anche dell'uomo, può essere spiata, minacciata, allettata, rubata, se non trattiene o ricupera la sua fondamentale gioia di vivere della personale visione della vita.

Il racconto che andremo a esaminare insieme alla Dottoressa Paola Babocci del Centro Pari Opportunità dell'Umbria ci permette di capire come una donna (ma ripeto, anche un uomo) può perdersi, a volte in modo irrimediabile, se perde la propria vita interiore, istintuale. Dobbiamo osservare e capire quali sono errori che si possono commettere, così sapientemente intrecciati nella favola, per capire come uscirne fuori.

La bimba ai suoi piedi ha un paio di scarpette di stracci rossi, fatte con le proprie mani. Quelle scarpette fatte di stracci rappresentano la propria esistenza prescelta e la propria vitalità. Un'anziana signora prende con sé la bimba e le butta via le scarpette rosse fatte di stracci, per vestirla di tutto punto e in maniera più consona a una bambina della sua età e, d'ora in avanti, della sua posizione. Così le impone l'accettazione di una vita troppo addomesticata, troppo stretta nelle convenzioni sociali. La bimba accetta, come è naturale che sia; è umano cercare di migliorare la propria condizione, anzi si deve. Ma come? Di certo non perdendo la piattaforma (i piedi nella favola) su cui tutti siamo eretti, la base, la nostra natura profonda.

La bimba entra in depressione, sente che è stata privata di qualcosa di profondo, cerca disperatamente di ritornare alla sua antica natura che dal profondo spinge per uscire fuori. Ed inizia la macabra spirale luciferina di perdizione e di autolesionismo. Così come possiamo rileggere in tante vite tragicamente spezzate nella cronaca degli ultimi 50 anni. Viene riportato il caso esemplare di Janis Joplin.

Solo accorgendosi delle trappole, gabbie ed esche che incontriamo o abbiamo incontrato possiamo innescare un processo virtuoso di conquista della saggezza. E' un processo che non può essere trasmesso, ma deve essere personalmente vissuto. La danza maledetta che impongono le nuove scarpette rosse innesca una delle battaglie più degne di essere vissute dagli esseri umani, per la conquista del consenso alla propria natura istintuale e quindi della propria visone vitale sulla consuetudine sociale volta ad appiattire gli animi per il controllo e la sicurezza della conservazione degli assetti.

Mille saranno le volte in cui saremo in procinto di perdere le nostre scarpette fatte di stracci, ma nostre, frutto delle nostre conoscenze, delle nostre idee, della nostra maestria. L'importante è capire cosa succede per tempo, prima ancora che ci si perda nei sentieri dell'autolesionismo, quali possono essere quelli della droga, dell'alcool, della violenza subita, della prostituzione della propria anima e del proprio corpo, della rinuncia allo studio o alla carriera. Ogni volta sarà capire un fallimento e reagire, senza farsi male. Cioè senza perdere tempo a rimuginare il fallimento. Il fallimento è un maestro migliore del successo. Ascoltare, imparare, andare avanti. Questo in sintesi il messaggio, antico tra l'altro, del racconto. Guardiamo i modelli deterioranti per andare avanti con la forza di chi sa vedere in anticipo le trappole, le gabbie e le esche.

La nostra lettura ragionata di "Scarpette Rosse", realizzata dalla voce di Francesca Cenciarelli, accompagnata dalle coreografie di Carole Magnini su Tango Greco sarà discussa dalla Dottoressa Babocci che ci dirà cosa e perché succede quando la nostra vita che amiamo viene svalutata e ridotta in cenere per un qualcosa di più "consono".

Rita Correnti

TESTO DELLA FAVOLA

Venerdì 15 giugno 2007 alle ore 21,00, presso il Rocca Bar (Piazza Campello)di Spoleto, verrà letta la favola "Scarpette Rosse" tratta dal libro "Donne che corrono coi lupi" di C.Pinkola Estes.

Con il contributo del Comune di Spoleto - Assessorato Pari Opportunità

Proposto dall' Associazione Piazza Duomo e dall'Associazione Donne Contro la Guerra In collaborazione del Centro Pari Opportunità  dell'Umbria.

A cura di Rita Correnti

Lettura : Francesca Cenciarelli

Coreografia e danza : Carole Magnini

Su musiche: - Tango Greco

La Favola sarà  poi spiegata e ragionata dalla Dottoressa Paola Babocci del Centro Pari Opportunità dell'Umbria.